Sì.
Quelle bestiole che portano la maggior parte delle persone a urlare e saltare sulla prima sedia o tavolo disponibile.
O almeno, questa è la narrativa che conosco quando penso ai topi.
Eppure la frase che ho letto nel libro “Il metodo feel good” di Ali Abdaal, mi ha davvero dato una chiave di lettura diversa nei confronti del lavoro.
“I ratti amano giocare”.
Partiamo però dall’inizio.
Ali Abdaal cita lo studio del ricercatore Jaak Panksepp che con un pennellino accarezzava delicatamente la pancia bianca di un ratto che teneva tra le mani.
La scoperta sconvolgente fu che… i ratti ridono e si divertono.
All’epoca, alla fine degli anni ’90, si riteneva che solo gli esseri umani provassero emozioni, in quanto avessero origine in un’area del cervello estremamente complessa: la corteccia cerebrale.
La scoperta di questo ricercatore suggeriva invece che le emozioni nascono da aree cerebrali più primitive.
La gioia è un'esperienza primitiva ed antica come il tempo.
Il gioco provoca il rilascio di dopamina e la dopamina provoca una sensazione di benessere.
E quindi? Direte voi..
Quindi, il rilascio della dopamina ci aiuta a continuare ad essere felici e impegnati in ciò che facciamo.
Ma come possiamo introdurre il gioco nella nostra quotidianità?
Come facciamo a rendere “divertente” il nostro lavoro, magari noioso, sempre uguale, magari un lavoro che non è quello definitivo della vita ma che ci permette quella libertà economica di cui abbiamo bisogno?
Ali Abdaal dà alcuni suggerimenti ma possiamo davvero trovarne molti altri.
Ci sono tre modi per includere lo spirito di gioco nella nostra quotidianità:
- Affrontare le giornate con senso dell’avventura. Chi saremo oggi? Il mago stregone che può far succedere una magia o l’eroe che risolverà una situazione difficile?
- Trovare il lato divertente: chiediti –> come sarebbe quel compito se fosse divertente? (prova a scriverlo su un post it e attaccalo dove lavori 🙂 )
- Ridimensionare i fallimenti. Cosa significa davvero fallire? Sbagliare o non provarci nemmeno?
La verità è che ci prendiamo troppo sul serio.
Ti ricordi quando hai smesso di fare il gioco: “facciamo finta che io ero…”?
Quando hai smesso di cercare l’avventura nel salotto di casa, nel tuo rifugio sotto le coperte aperte messe sopra alle sedie?
Quando è diventato tutto troppo complicato/difficile/impossibile?
Proviamo a tornare bambini?
Questa settimana proviamo a fare un esercizio:
scrivi su un post it questa frase: come sarebbe se fosse divertente?
Quindi proviamo a fare il nostro lavoro, divertendoci, trovando il lato giocoso nelle nostre attività.
Troviamo il lato avventuroso nelle difficoltà e affrontiamole come una challenge.
Facciamolo per 7 giorni e poi fatemi sapere come è andata.
Annotati tutto ciò che riscontri e ciò che ti è venuto più semplice usando questo approccio.
Ricordati che anche i ratti amano giocare.
Scrivi lo stesso post it e inizia a pensare a come sarebbe...inizia la challenge!
Ti auguro una buona domenica.
Se ti va, fammi sapere se ci proverai e cosa ne pensi.
Un abbraccio, come sempre.
Leila